l'affare dreyfus film 2019
Rassegna stampa delle più importantanti testate giornalistiche internazionali del film L'ufficiale e la spia di Roman Polanski. La Terza Repubblica è un’istituzione traballante, dove l’esercito e la cultura della guerra ricoprono un ruolo cardine nello scacchiere interno.
E’ il tempo in cui tutto si mescola. Quella raccontata ne L’Ufficiale e La Spia è una delle pagine più nere della storia repubblicana francese. L’esercito è la sua casa e non può sopportare che si macchi del disonore di aver condannato un innocente, né tantomeno di essere lui stesso complice di questa ingiustizia. Il servizio è gratuito).
Nel suo svolgersi si suggella un tardivo tentativo d’espiazione di chi ha servito, sbagliando, ma pur sempre perseguendo una chiamata al dovere. Lo scandalo dell’Affare Dreyfus piagò la Francia per oltre una decade e divenne simbolo di una lotta politica.
Per l’aperitivo a teatro, Shakespeare vino e cibo. Ora il blog è cresciuto e diventato una testata giornalistica. di Roberto Escobar Il Sole-24 Ore. ... 2019, 126'). Save my name, email, and website in this browser for the next time I comment. Non perdetelo per nessuna ragione. L’ufficiale lo dice chiaramente in un confronto con lo spigoloso Dreyfus, vittima sì ma mai ricettacolo di pietà nei duri lineamenti di un eccellente Garrel. Il risultato è un film teso ma con i tempi perfetti, asciutto ma emozionante, in cui le relazioni fra i personaggi appaiono ben delineate, con pochi tratti. Ha, insomma, una vita che gli piace e sa che nulla di buono gli verrà dal seguire una tesi che è avversata dai suoi superiori.
E’ una domanda, questa, che si sviscera tra dossier e carte false, durante indagini che sembrano unire minuziosa filologia a lavoro da detective. Erranti per definizione, gli ebrei erano ritenuti incapaci di senso patrio, pronti a tradire alla prima occasione, circondati da ricchezze che erano ansiosi di aumentare con ogni mezzo, lecito e non. Ed è a questo punto che ha inizio il suo calvario, parallelo a quello di Dreyfus e altrettanto paradossale, grottesco come è sempre grottesco il potere quando cerca di rifiutare la realtà delle proprie pesanti responsabilità sotto una mole di pietose mistificazioni. Passeranno anni prima che la vicenda trovi un epilogo, prima che il vento dell’opinione pubblica cambi direzione, seguendo la via indicata con coraggio da Picquart e da quei pochi che sapranno esporsi in suo favore. Roman Polanski nel suo ultimo film vincitore del Gran Premio della Giuria a Venezia 2019 immerge le mani nel torbido Affare Dreyfus.. Quella raccontata ne L’Ufficiale e La Spia è una delle pagine più nere della storia repubblicana francese. In originale il film si intitola J'accuse, come la lettera aperta che, dando inizio all'engagement novecentesco degli intellettuali, il 13 gennaio 1898 Émile Zola indirizza dalla prima pagina di «L'Aurore» a Félix Faure, presidente della Repubblica Francese. Cuore di tenebra di Joseph Conrad.
Aumentano i collaboratori e si ampliano i territori da esplorare, sempre alla ricerca della qualità e nello sforzo di esprimere la complessità. L’ufficiale e la spia è un film virtualmente perfetto: non una cosa è fuori posto, non una scena è di troppo né un’inquadratura elusiva. Tiziana Zita – Direttore Responsabile. Il maggiore Georges Picquart, inappuntabile ufficiale quarantenne, viene incaricato di seguire il procedimento con discrezione, dal processo fino alla pubblica condanna e degradazione. Il lavoro di ricostruzione storica non tradisce nemmeno per un istante l’attenzione maniacale per il dettaglio, imprescindibile allo schiudersi di un’atmosfera sempre credibile e tangibile. [...]di Roberto Escobar, articolo completo (2526 caratteri spazi inclusi) su Il Sole-24 Ore 24 novembre 2019, Su questo sito utilizziamo cookie, nostri e di terze parti, per migliorare la tua esperienza di navigazione. L’ufficiale e la spia (vedi qui il trailer) è un film che non teme il passare del tempo, che fra 10, 20 anni si potrà rivedere uscendone colpiti come oggi. Da Proust a Harris, in tanti hanno scritto dell’affare Dreyfus, anche se mai prima d’ora la vicenda era stata puntualmente raccontata al cinema, a parte un film alquanto dimenticabile del 1991. Avvertimi via email in caso di risposte al mio commento. Polverose, puzzolenti, quasi sordide, così sono le stanze della cosiddetta Sezione di statistica, dove il servizio segreto dell'esercito francese falsifica le prove che il 22 dicembre 1894 portano alla condanna del capitano Alfred Dreyfus (Louis Garrel). Si dice che chi non conosce la propria storia, il proprio passato è condannato a ripeterlo. In mezzo a questi confini mobili, saltelliamo e vi portiamo con noi.
Ci si interroga su quale sia il ruolo del sottoposto, su dove risieda il confine che separa il dovere morale dal dovere militare. Semplice: il capitano Dreyfus è un ebreo. Picquart potrebbe far finta di nulla: in fondo a lui gli ebrei non sono mai stati particolarmente simpatici e Dreyfus, che è stato suo allievo alla scuola militare, si è sempre mostrato scostante e orgoglioso. La storia è ripresa in maniera chiara e dettagliata, e di questo si può ringraziare la penna magistrale di Harris. Scrupoloso, sprezzante di ogni servilismo e zona grigia nella gestione dell’ufficio, inizia a tenere sotto sorveglianza diplomatici tedeschi. Pubblicazione: 21.11.2019 Ultimo aggiornamento: 19:45 - Carmine Massimo Balsamo. Ma sa anche di avere ragione, che un uomo innocente è in galera in condizioni disumane mentre il vero colpevole, da lui scoperto, è una persona meschina che si diverte nei locali notturni. Usciva il 28 ottobre 1977 “Never Mind the Bollocks”, il mitico album dei Sex Pistols, Gli Etruschi invadono Bologna (con una mostra!
Ci troviamo allo scadere dell’ultimo decennio dell’800, in una Francia ancora ferita nell’orgoglio dalla sconfitta nella guerra franco-prussiana.
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Avvertimi via email alla pubblicazione di un nuovo articolo. Sconvolto, riferisce ai suoi superiori, i quali però non vogliono saperne: la Francia non ha bisogno di “un altro caso Dreyfus”, anche se il caso è lo stesso e Dreyfus è innocente. Così come Louis Garrel, notevolmente imbruttito per vestire i panni del capitano Dreyfus, rigido, chiuso, austero ma affatto privo di sentimenti. Senza ombra di dubbio ci sentiamo di affermare che L’Ufficiale e La Spia è una delle pellicole più valide e importanti di questo 2019. Differente lo sguardo, spietato, che segue poco dopo, dove il dovere non si abbassa ad incrociare la spada contro chi, invece, come scopo ultimo ha posto il proprio interesse personale. Come Émile Zola, che verrà processato per il suo celebre J’accuse, la lettera aperta all’allora Presidente della Repubblica francese, Félix Faure, pubblicata il 13 gennaio 1898 dal giornale socialista L’Aurore. I suoi attori risaltano come delle splendide cere incarnanti gli ideali nel nome dei quali agiscono. A quell' affaire lontano nel tempo, a quello scandalo politico e militare a sfondo antisemita torna ora L'ufficiale e la spia (Francia e Italia, 2019, 126'). Ne L’Ufficiale e La Spia, scritto a quattro mani con Robert Harris (già autore dell’omonimo libro), Polanski ci ricorda il pestilente clima d’odio che aleggiava in Europa già trent’anni prima dell’ascesa del nazifascismo.
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